E alla fine ho deciso: dopo vent’anni di ferrea permanenza sul suolo malgascio, era ora , specialmente dopo aver passato la fatidica soglia dei quarant’anni, di costruirmi una casa qui in Madagascar.

Per anni è stato un sogno che ogni tanto mi si presentava nella testa, ma dall’anno scorso ho deciso di realizzarlo.

Prima cosa da fare è stato trovare un terreno all’altezza della casa che volevo; lasciati da parte i rumorosi terreni del centro, che oltretutto erano pochi e costosissimi, ho iniziato a cercare qualcosa appena fuori la città di Antsirabe. Un terreno al sud della città dove avevo già abitato ma senza fortuna ed essendo diventato scaramantico ho deciso subito di abbandonare; poi un bellissimo terreno su un bellissimo laghetto a Vinankarena: peccato che un mio amico geologo polacco mi ha fatto notare che il laghetto è artificiale ed è stato creato al fine di chiudere una vecchissima miniera in cui ai tempi uscivano stupendi cristalli di uranio…. anche questa per ovvi motivi scartata.

Allora ho iniziato a puntare al nord della città, appena al di là del fiume, di fianco all’università ASJA e all’aeroporto; inizialmente un bel terreno già lottizzato ma piatto e sicuramente con vicini da tutti le parti (io che amo la solitudine quando sono a casa).

Poi alla fine casco su un terreno di cui mi aveva parlato circa 15 anni fa un amico sardo poi scomparso, Francesco, che tra l altro aveva comprato lui stesso un terreno nelle vicinanze dove ci aveva fatto casa: un terreno che avevo visto già ai tempi e mi era piaciuto ma di cui mi ero presto dimenticato; di fianco a una bellissima maison d hotes in stile molto locale, con vista su una risaia e sulle montagne, 7000 metri quadrati di terreno in leggero pendio che mi son sembrati subito l ideale.

Per cui acquisto dal notaio e subito inizio dei lavori per cintarlo: un muro altro due metri e mezzo su 500 metri circa di lunghezza, costruito con 150 000 mattoni; onestamente credevo ci impiegassero di meno; a un anno dalla partenza dei lavori stanno provvedendo a finirlo. Ma così va il Madagascar, mora mora, non c è fretta.

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