Non mi ricordo più chi tra i turisti di quest’anno avesse avuto la splendida idea di chiamarmi guida Michelin del Madagascar; mai definizione fu più gradita e azzeccata: alla fine dedico gran parte del lavoro a selezionare i circuiti, i parchi , le guide e gli hotel, ma la parte più intrigante e coinvolgente è scegliere i ristoranti.

Dovete sapere, almeno per chi ancora non è stato in Madagascar, che qui si mangia bene, anzi benissimo; i malgasci hanno preso quel tanto di buono che c era nella cucina francese integrandolo con quel poco di buono che è arrivato da cina e india, creando quindi una cucina che unisce i grandi classici francesi con scoperte locali molto caratterizzate dall’uso delle spezie che crescono qui.

Tutti sono stupiti, e in particolar modo chi viaggia in Madagascar per la prima volta dopo aver conosciuto precedentemente le tavole africane altrove, della qualità del cibo locale: in primis per la qualità stessa della materia prima, perchè difficlmente si ritrovano in africa tutti i prodotti vegetali che si possono trovare qui (andate in un mercato locale e vi sfido a non trovare una qualsiasi delle verdure coltivate in italia), ma sopprattutto per l abilità nella preparazione dei piatti e l attenzione nella presentazione.

Ma se per il turista rappresenta una gradita sorpresa, per chi come me deve passare almeno 50 volte al mese in un ristorante rappresenta la morte di ogni speranza di mantenere una linea decente: sopprattutto perchè pur entrando ogni volta con le migliori intenzioni di mangiare un insalatina e via, mi ritrovo spesso ad essere tentato da ogni sorta di piatto, antipasti, primi secondi e dolci.

Seppoi si mettono a presentare come sta succedendo da qualche tempo anche colazioni invitanti, allora li sono finito.

Pero’ per dovere professionale mi sacrifico volentieri e onestamente do molta importanza al cibo durante il viaggio, perchè, giorni di grandi spostamenti a parte dove le curve fanno da padrone, viaggiare con la pancia piena e sazia è sempre meglio che sognare le lasagne della zia al ritorno in patria.

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