Scrivere un programma di viaggio su misura, anche di un viaggio che ho già fatto e organizzato centinaia di volte, mi fa spesso scoprire i limiti della mia idea iniziale.

Passare dall’idea a un programma dettagliato è sempre un lavoro complesso. La prima bozza è spesso sbagliata. Devo rivedere ogni singola tappa più e più volte. E la metà delle cose che poi aggiungo o tolgo è fatta solo in fase di scrittura del viaggio.

E il mio problema non sarà solo l’imprecisione ma soprattutto l’incompletezza.

La metà delle idee di un viaggio non saranno quelle che ho pensato all’inizio ma quelle che poi sviluppo durante la stesura. 

In genere si pensa che scrivere un viaggio su misura non sia altro che mettere nero su bianco qualcosa che si era pensato inizialmente. Ho delle idee precise di cosa proporre a un turista che mi contatta descrivendomi quello che vuole e da lì il mio lavoro è solo scrivere quello che si era deciso al momento del primo contatto. Ma già dal secondo giorno, a volte anche subito al primo, mi accorgo che c’è sempre qualcosa che non quadra; qualcosa che non si adatta agli aerei, o agli orari o all’età dei clienti o anche a un’idea generale che vogliamo, io e il cliente, tenere valida durante tutto il tour.

L’incontro tra i desideri del turista, il mio modo di intendere un viaggio e i vincoli imposti dal paese o dalla stagione, creano tante possibilità ma anche tanti problemi.

Quello che in un primo momento posso dare per scontato o che anche il turista può dare per scontato risulta a breve essere un vincolo importante. O anche più semplicemente le priorità che erano state date al viaggio rischiano invece di far escludere posti che invece io so che sarebbero adatti a quel tipo di turista.

Mi capita spesso che la prima bozza sia buttata giù di getto in pochi minuti. Alla fine bene o male i viaggi che vendo si possono riassumere veramente in pochi circuiti, visto che qui le strade non è che siano centinaia. Poi rileggendo, rileggendo anche gli appunti presi parlando al telefono o scritti in chat, ripensando alla persona con cui sono stato in contatto, cercando di capire appieno a chi questo viaggio è dedicato mi accorgo di tutte quelle sfumature che possono rendere unico un viaggio.

Piccole esperienze che magari tralascio sulle proposte che di solito pubblico e che sono ovviamente rivolte a tutti indiscriminatamente, sono quelle che invece possono cambiare l’esperienza di viaggio di qualcuno. Sono a volte piccole sfumature, momenti veloci anche di una sola ora che scarto perché non adatti a tutti; quelle piccole sfumature che danno un tono differente al viaggio. Le piccole esperienze che sono veramente in sintonia con la persona.

Mi sono accorto col tempo di quanto queste piccole cose siano per alcuni turisti anche la cosa più importante del viaggio; spesso stupidate secondo il mio parere da residente da più di 25 anni nel paese. Sono gli stessi turisti che al ritorno o anche anni dopo contattandomi mi ricordano piccole cose che per loro sono state più importanti dei grandi parchi, dei bellissimi lemuri o delle spiagge paradisiache.

Ma tutti questi aspetti non rientrano nei programmi classici validi un po’ per tutti; e non rientrano neanche nella prima idea di visaggio che ho immediatamente dopo aver finito di parlare con i clienti. E aggiungo… spesso queste piccole cose poi avvengono in corso d’opera, mentre si viaggia, perché non c è momento migliore che la condivisione di tante ore insieme nei primi giorni che permette a me o a una delle mie guide più esperte di capire cosa veramente farebbe piacere alle persone che accompagniamo.

Creare un viaggio su misura è un lavoro diverso da creare un semplice viaggio: e non parlo solo delle tempistiche. Non è solo scoprire che un viaggio che sulla carta è di 15 giorni in effetti non arriva neanche a 12 perchè si arriva alle 23 di sera e si riparte all’una del mattino e spesso la coincidenza del volo interno fa perdere un giorno intero vista la scaristà degli stessi. Non è neanche un problema di semplice accessibilità quando ti ritrovi a scoprire che il settantenne che stupidamente credevo decrepito in effetti è un mezzo maratoneta e che i circuiti nei parchi che avevo previsto occupare un’intera giornata per lui dureranno forse solo due ore. E non è neanche una mera scelta di location alberghiere che si fanno solo sulla base del budget del cliente.

Il viaggio che si viene a forma nel tempo è un’insieme di sfumature che danno poi il colore preferito dal turista; che gli fanno vedere quel quadro del paese che lui sperava di vedere. Quei colori che gli scaldano il cuore e che gli toccano quelle corde del cuore che è poi la ragione per la quale viaggiare.

E se per qualcuno è stato vedere per 20 secondi in mezzo al fango e alla pioggia in piena notte un rarissimo lemure notturno per pochi secondi, per altri può essere stata un semplice stop in un bar disperso lungo la strada dove hanno potuto sedersi su una sedia di legno distrutta e guardare un panorama meraviglioso che nessun altro turista prima di loro aveva potuto ammirare.

Ma questi tocchi di pennello sulla tavolozza di un viaggio non possono essere dati a caso da chi non ha una conoscenza perfetta dei luoghi attraversati, delle tempistiche, di tutti i piccoli particolari e di un livello di empatia che deve essere creata a inizio viaggio.

E mi capita sempre più spesso di dire ai clienti di lasciare stare il viaggio che stavamo scrivendo da giorni e cambiare completamente destinazione. E raramente mi sbaglio. Fortunatamente.

Per finire se volete un vero viaggio, sia che sia qui in Madagascar con me o con qualcun altro, o anche in un altro paese, prendete il tempo di spiegare chi siete, cosa vi piace, cosa volete. Ascoltate la persona esperta che è al vostro ascolto ed è li per cercare di offrire il meglio per voi. Abbiate il coraggio di cambiare idea incorso d’opera. Discutete, tanto, fatevi raccontare e raccontatevi. E ciò permetterà a voi di trovare più di quello che aspettavate e permetterà a me di avervi qui una seconda volta. Che in effetti oltre al fatto di vedervi soddisfatti ed essere soddisfatto di quello che faccio, è uno dei motivi importanti che mi spingono a dare sempre il meglio.

 

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