Parecchi miei amici e conoscenti polacchi e anche numerosi turisti che ho incontrato qui in Madagascar che venivano da questo paese mi hanno raccontato del fatto che in Polonia siano convinti che l’unica colonia che abbiano mai avuto sia stata proprio il Madagascar. Questo per via di un avventuriero di origine polacca, Maurice Auguste Beniowski, che alla fine del 700, dopo aver combattuto negli eserciti di ben tre nazioni, Austria Ungheria e Francia, dopo essere stato catturato in Russia, rinchiuso in Siberia, Scappato in europa e poi dopo aver rubato la nave Saints-Pierre-et-Paul, Beniowski e il suo equipaggio raggiunsero l’Alaska, il Giappone, Macao e infine il Madagascar.

Ritornò quindi dal re di Francia e si fece eleggere rappresentate della Francia in Madagascar. Qui si stabilì nel nord est del paese, nella baia di Antongil, dove venne nominato re dalla popolazione locale.

Sulla costa orientale fondò Louisbourg, che divenne il fulcro del commercio di schiavi e di beni alimentari verso Reunion e Mauritius. In seguito il porto si rivelò insalubre e Beniowski lo abbandonò per costruire una città ideale nell’entroterra.

Di questa città si sono ritrovati ultimamente i resti.

Oltre al fascino del fondatore, ciò che mi ha colpito di questa scoperta archeologica è la pazienza applicata dagli scopritori: per più di duecento anni esploratori, avventurieri e scrittori hanno cercato di trovare quella città. Non è stato certo un colpo di fortuna quello di Arnaud Léonard e Albert Zieba. Per due secoli alcuni uomini hanno trascorso mesi a battere il corso del fiume alla ricerca del minimo indizio, e tutti sono ripartiti a mani vuote. Fino al 18 gennaio 2018, quando Léonard e Zieba, dopo cinque anni di ricerche e due spedizioni sul posto, sono riusciti a ripercorrere la strada del fondatore della città, e a ritrovare il villaggio perduto.

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