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Un futuro per il turismo in Madagascar?

Da anni si parla di turismo in Madagascar e in Italia, soprattutto grazie alla potenza di fuoco del Ventaclub prima e di Alpitur adesso, anche chi non ha mai giocato a risiko o guardato i cartoni animati natalizi per bambini, inizia a conoscere questo paese.
Quando arrivai a metà anni 90, i pochissimi che arrivavano in Madagascar, nosy be compresa, i soli turisti che arrivavano, erano viaggiatori di lungo corso, gente che aveva ormai viaggiato un po’ ovunque e ai quali mancava ancora la bandierina su questa ignota dell’oceano indiano.
Famigliole italiane con bambini appresso erano le mosche bianche, tanti francesi alcune coppie di pensionati alla ricerca di nuovi orizzonti.
Poi inizio’ a cambiare tutto con l’apertura dell’Andilana beach e con la presenza ossessiva di questa destinazione nei cataloghi delle agenzie di viaggio.
E un po’ la curiosità, un po’ la voglia di un vero viaggio, anche sulla grande isola iniziarono avedersi un po’ di clienti italiani, che inizalmente si feravano solo a Nosy be.
Pochi tour operator prima dell’anno duemila avevano avuto il coraggio di proporre il sud come destinazione, e bisogna ringraziare gente come Peppo o Giorgio Franchi per l’ostinazione nel credere in questa magnifica destinazione turistica, difficle da raggiungere e con molti inconvenienti specialmente ai tempi nell’organizzazione, ma che ha sempre lasciato qualcosa nel cuore di chi ci è stato.
Difatti mentre i; turismo francese è stato molto toccato negli ultimi anni, con cadute importanti del numero di turisti in arrivo, la clientela non francofona e specialmente italiana sta conoscendo un boom incredibile in questi anni.
Con purtroppo un gran numero di improvvisati tour operator che di riffa o di raffa riescono a accompagnare clienti trovati chissa come o sul web o tramite amicizie.
Mentre fino a ora si era sempre vista una qualità nel servizio, con tour operator che conoscevano il paese, dotate di un buon parco macchine e di guide serissime e con accordi anche con agenzie di viaggio italiane, purtroppo si sta notando recentemente il nascere di microagenzie fai-da-te, senza parchi macchine o con pickup come unico mezzo di trasporto (assolutamente vietato dalla legislazione in vigore) o ancora di gente che accompagna turisti in posti che conosce solo per aver letto una volta la lonely planet affidandosi alla fortuna e a una guida locale conosciuta 2 giorni prima di partire.
Ma credo che il problema si risolverà presto anche perchè i social network sono una cassa di risonanza molto forte, e sopratutto il turista italiano è alla ricerca di qualità e confort, molto più del tipico turista francese che ricerca solo il prezzo o il turista nord europeo o anglofono che cerca solo il contatto con la natura.
Al momento putroppo l unico ostacolo vero a una crescita del turismo rimane purtroppo la connessione aerea con l’italia: se si eccettua il charter settimanale che arriva su nosy be ( e sempre di charter si tratta e bisogna pensare che invece anni fa si arrivava o con irmadagascar da milano e roma o anche con meridiana dai principali aeroporti italiani), l obbligo di passare su parigi con voli airfrance o airmadagascar venduti carissimi o cercare soluzioni da amsterdam londra o chissadove con airmauritius, kenyaairways o altre compagni che poco hanno a che vedere direttamente con il Madagascar è un vincolo frenante dello sviluppo del turismo, specialmente italiano.
Qualche tempo fa si parlava della possibilità che Ethiad potesse acquistare Airmadagascar…. se cosi’ fosse prepariamoci a un aumento esponenziale delle visite dall’italia!!! Speriamo

Giorgio

Viaggiatore, tour operator e lettore. Vivo da anni in Madagascar ad Antsirabe dove sviluppo parecchi progetti specialmente in ambito turistico.

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