E’ successo inevitabilmente anche quest’anno.

Un paio di mie guide hanno deciso di fare tornare i loro turisti e organizzare per conto loro il viaggio.

Da un lato la considero una cosa buona perché evidentemente come so tutte le guide lavorano in maniera egregia e tutti i turisti sono più che soddisfatti del servizio da loro offerto.

Dall’altro però mi dispiace che alcune giovanissime e ottime guide rischino il loro lavoro per un progetto forse più grande di loro: non sempre una buona guida potrà diventare un buon imprenditore e la sola sicurezza che hanno è che perderanno inizialmente il lavoro (un buonissimo lavoro pagato in genere venti volte più di un normale stipendio e con in più vitto e alloggio gratuito) per un’impresa dove di clienti sicuri avranno forse solo quelli che hanno già accompagnato.

Il rischio è poi che perdano pure dei soldi o si ritrovino come spesso succede a chiedere dei soldi in più a metà viaggio o ancora peggio come sempre più spesso succede ad abbandonare i clienti a metà viaggio.

Dall’anno prossimo spero che alcuni avventati clienti non spingano le guide a mettersi in proprio, non tanto nel mio interesse in quanto di guide capaci ne ho tantissime a disposizione con cui collaborare, ma nell’interesse di questi giovani e del loro futuro al quale io in primis tengo: non fate loro perdere un lavoro sicuro e incredibilmente ben pagato anche per standard europei perché per uno che certamente riuscirà a mettersi in proprio, molti altri si ritroveranno a dover abbandonare un lavoro in cui eccellevano. 

2 pensieri su “Ofelè fa el to mesté

  1. Ho visto di queste guide che si mettono non proprio e di più ho sperimentato di persone che non sfruttano l’occasione data di lento ma sicuro e costante guadagno in cambio di un effimero quanto incerto “tutto e subito”. È una mentalità che è arduo sradicare e mi chiedo sempre quanto è ‘cultura locale’, e quanto invece appartenga a un bagaglio personale… Propendo per quest’ultima idea e quindi continuo a fidarmi e a cercare…

    1. Verissimo, come dici tu è una mentalità difficile da eradicare quella del vivere alla giornata specialmente in un paese come questo. Il post era difatti riferito a pochi casi; con me lavora tanta gente che ha capito che bisogna costruire il proprio futuro e sono veramente grandi lavoratori, persone splendide e di fiducia. Madagascar è un paese che sta cambiando, le città spesso più velocemente che la campagna. Diamogli il tempo.

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